94 annotazioni a sproposito di Bruno Vespa

Ecco cosa risponde il dr. Bruno Vespa a "Panorama" in un'intervista dell'11 novembre 2010. Il fondatore della Giovine Italia deve aver fornicato assai poco se, nonostante il cancelliere austriaco lo reputasse il più grande di tutti, lei gli riserva solo 94 citazioni. "E 92 sono negative. Confesso la mia più profonda disistima per Mazzini. Intendiamoci: ideali rispettabili. Ma un disastro d'uomo, un irresponsabile totale. Ogni volta che si alzava dal letto, combinava un guaio. Fosse rimasto a scrivere sotto le coltri, forse avrebbe spedito meno seguaci all'altro mondo. Quanto al sesso, circolava la voce che fosse impotente. Ebbe una sola donna, Giuditta, una radical-chic, vedova di un patriota emiliano. Lei lo chiamava Pippo. Ora, se c'era una persona al mondo alla quale mai e poi mai avrebbe potuto attagliarsi il giocoso diminutivo oggi in uso per Baudo, questi era proprio Mazzini, abituato fin dall'età di 22 anni a vestirsi di nero in segno di lutto per la patria oppressa. Dopo essere stato lasciato da Giuditta, tornò al suo totale disinteresse per il genere femminile. Un amico gli gettò tra le braccia una ragazza perché la sposasse. Fu respinta con disgusto."

Ecco come gli avrebbe risposto Metternich: "Ebbi a lottare con il più grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accordo tra loro imperatori, re e papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un innamorato, il quale ha nome: Giuseppe Mazzini."

E, dulcis in fundo, come disse Giosuè Carducci (quel premio Nobel della Letteratura "semi analfabeta") di Giuseppe Mazzini: "E un popol morto dietro a lui si mise. Esule antico, al ciel mite e severo Leva ora il volto che giammai non rise, Tu sol pensando o ideal, sei vero."